mercoledì 27 giugno 2012

Il ciclo dell'uomo


Fin da tempi biblici si sono avute invasioni di arvicole e topi oltre che di cavallette. Aristotele ci ha lasciato un resoconto dell'ascesa e caduta di una popolazione di topi, che sembra scritta oggi, e non oltre duemila anni or sono. Quel che Aristotele descrive, oggi noi lo definiremo appunto un'invasione: il numero di topi "esplose", danneggiò i raccolti e l'habitat stesso dei roditori, i quali conseguentemente diminuirono finchè non se ne vide più nemmeno uno.
(La Natura e i suoi segreti - Stephen-Lockie)


Purtroppo la popolazione umana sta sfuggendo al controllo divenendo anormalmente numerosa, come mostra la curva, stiamo letteralmente invadendo il mondo e questo causerà danni sempre più gravi all'ambiente, di cui siamo solo momentanei ospiti.



Stiamo attenti perchè in ogni ciclo c'è una fase di crescita, picco e decrescita più o meno rapida.
Se non correggeremo in tempo i nostri stili di vita, chi ci assicura che già i nostri figli non si troveranno in difficoltà semplicemente perchè vivranno nella fase postpicco?

Il crollo demografico per gli animali sopra citati non è attribuibile al ruolo, invece regolativo, che hanno i predatori, ma alla distruzione quasi totale dell'ambiente in cui questi animaletti vivono, a seguito di un eccessivo sfruttamento e sovraffollamento (aumenta enormemente il numero di individui per ettaro).

Non credete che questo esempio possa insegnarci qualcosa?

Io penso prorio di si, dato che l'essere umano vive in un modo finito e, una volta devastato un continente, non potrà emigrare altrove senza il verificharsi di ulteriori scontri con altre popolazioni.

I nuovi profughi saranno, e gia sono, quelli tristemente chiamati "ambientali" o "ecoprofughi":


Noi non abbiamo veri predatori, ma se continuiamo a vivere in luoghi come le megalopoli, ad altissima densità abitativa, o comunque vicino a forti fonti di inquinamento è ovvio che saremo sempre più esposti a fattori che già in passato hanno generato grandi epidemie: agenti inquinanti di varia natura, virus, batteri ed altre malattie infettive.
Per qunto riguarda malattie genetiche ed agenti patogeni, mentre per gli esseri viventi sono vissuti come spunto per selezionare la specie, ovviamente sacrificando gli individui più deboli, investendo sulla resistenza a lungo periodo, grazie ad una coevoluzione continua fra popolazione e microantagonisti, per gli esseri umani moderni sono diventati oggetto di lotta prima ideologica poi pratica, con strumenti, come la medicina industriale, che non solo interferiscono sul famoso meccanismo della selezione naturale, ma ne alterano profondamente prima la percezione ed il senso, poi la dinamica.

E' interessante il grafico che illustra come sono variate le percentuali e le cause di morte negli ultimi cinquanta anni negli USA. Questo ci fa riflettere su quanto la responsabilità individuale pesi nella scelta di uno scorretto stile alimentare e più in generale di vita (vizi, droghe...).

E' necessario, a mio parere, rivedere le politiche nazionali di crescita demografica, l'Italia è infatti un paese piccolo, sovrasfruttato e sovrappopolato.

Vorrei inoltre segnalare un articolo che fa riflettere sul problema demografico: 

ed uno che ci illumina sull'evoluzione della società moderna:
http://www.massimofini.it/articoli/cosa-resta-al-cittadino-beffato.

Ma se invece di spercare soldi per gli armamenti, e vedi che anche il governo Monti ci sta mettendo del suo (http://www.aamterranuova.it/Ambiente-e-decrescita-felice/Una-legge-devastante), li usassimo per iniziare ad intraprendere una rivoluzione culturale che punti alla sostenibilità delle nostre vite e che possa essere esportabile anche negli stati, ad esempio, del famoso "terzo mondo" (e non agli indigeni che ne sanno ben più di noi: http://www.survival.it/notizie/8439) o nei paesi "in via di sviluppo" (che brutti termini), non credete sarebbe più utile per tutti ?!?
Richiamando l'esempio iniziale dico: evitiamo se possibile di fare la fine del sorcio (topo), ovvero di morire schiacciati da noi stessi!

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