venerdì 21 dicembre 2012

La colomba guerrafondaia

C'era una volta una colomba bianca, candida, sempre in giro a svolazzare libera con un ramoscello di ulivo sul becco e sopra di lei splendeva l'arcobaleno. Tutti gli uomini l'avevano scelta come simbolo di pace. Lei girava continuamente per il mondo cercando di convincere tutti che la pace è l'unico sistema di convivenza umana; la guerra porta l'odio e la distruzione, ma non tutti condividevano questa concezione, specialmente i fabbricanti ed i venditori di armi da guerra. La colomba svolazzava nei cieli di tutti i continenti orgogliosa di essere amata, rispettata ed ammirata da tutti gli uomini.
Poi un giorno volle approfondire le sue osservazioni sulla terra e si accorse che la pace da lei rappresentata in realtà non esisteva; ovunque la gente si combatteva, si odiava e si ammazzava in modi diversi. Pensò allora di alzare la voce per predicare la pace, ma il rumore delle bombe, le grida dei combattimenti e dei feriti coprivano le sue parole. Allora cercò un'altra soluzione: siccome gli uomini ubbidiscono solo alla forza bisognava usarla per far accettare la pace. La colomba decise di armarsi e minacciò di fare guerra a quelli che non volevano la pace. La sua minaccia non ebbe effetto, quindi iniziò a sparare contro i guerrafondai con il solo risultato di aumentare il numero delle guerre; oltre a quelle tradizionali si aggiungevano anche quelle destinate "in teoria" a farle cessare.
Ad un certo punto la colomba si accorse che non aveva più il ramoscello di olivo in quanto le era caduto dal becco per incitare "all'attacco" e che le penne prima bianche candide erano diventate nere ed affumicate dagli esplosivi e dagli incendi assomigliando molto a quelle del corvo, simbolo della guerra. Proprio allora infatti le si affiancò un corvo vero che di guerre ne aveva incoraggiate e sostenute tante e che proprio per questo le odiava come odiava disperatamente di esserne il simbolo. Fu il corvo che piangendo cercò di spiegare alla colomba che non esistono guerre buone o cattive, ma solo cattive e pentito di quanto fatto fino ad allora le fece capire che non ci sono guerre pulite e guerre sporche, ma solo guerre sporche. Fu lui a cercare di convincere la colomba che non possono essere giuste o sbagliate, ma solo sbagliate e che così detti "nemici" non vanno battuti con le armi, bensì con la forza dell'amore (per la pace); altrimenti tra pacifisti e guerrafondai non esisterebbe nessuna differenza.
E mentre volavano le lacrime del corvo lavavano le penne della colomba facendole ritornare bianche, candide e splendenti. La colomba, assorta nel fare guerra non si era resa conto che stava volando con il corvo a fianco. Quando lo notò in un primo momento si spaventò e si chiese: cosa vuole da me il nemico? Ma poi ricordò quanto il corvo aveva detto e cioè non ci sono nemici e che è sbagliato considerare qualcuno nemico solo perché, o per convenienza o per altri motivi, lo si vuole far passare per tale.
Colomba bianca e corvo nero divennero amici inseparabili e cominciarono a volare insieme mentre sopra di loro tornava a splendere l'arcobaleno.

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