martedì 19 aprile 2011

Bio diversità

Varietà delle forme viventi in un ambiente. La biodiversità viene in genere studiata a tre diversi livelli, che corrispondono a tre livelli di organizzazione del mondo vivente: quello dei geni, quello delle specie e quello degli ecosistemi.


Lo conoscenza della biodiversità rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli studi ecologici e per la pianificazione degli interventi di conservazione della diversità biologica.

Specie.  Unità fondamentale del sistema di classificazione tassonomica degli organismi viventi, comprendente individui aventi caratteristiche simili, capaci di incrociarsi tra loro e di produrre prole a sua volta fertile. Le categorie superiori e inferiori alla specie sono, rispettivamente, il genere e la sottospecie (detta anche varietà, nel mondo vegetale, o cultivar, e razza, nel mondo animale).

La diversità genetica consiste nella variabilità genetica presente all’interno di una data popolazione e tra differenti popolazioni di una determinata specie.

Ogni specie vivente si può suddividere in popolazioni, cioè in gruppi di individui che vivono in un’area che possieda dimensioni tali da consentire, per lo meno in linea teorica, scambi genetici fra tutti gli individui. Solitamente diverse popolazioni in natura sono separate da “barriere” come grandi distanze, oppure montagne, deserti, fiumi o mari che esse non possono superare con facilità. Negli individui di una popolazione possono avvenire mutazioni, che apportano modificazioni al loro patrimonio genetico e che possono essere trasmesse alle generazioni successive di quella popolazione attraverso la riproduzione sessuale. È il meccanismo alla base dell’evoluzione. Popolazioni differenti possono accumulare diverse mutazioni nel complesso del loro patrimonio genetico e queste ultime, associate agli effetti della selezione naturale (che può favorirne oppure sfavorirne alcune e, con esse, gruppi di geni), possono portare a modificazioni fisiologiche, morfologiche oppure ecologiche degli individui di quella popolazione e, in definitiva, alla sua trasformazione in una nuova specie.

Benefici della biodiversità. La specie umana trae beneficio dagli altri organismi in molti modi. Tra i principali si possono menzionare:

Alimenti: tutti gli alimenti della nostra dieta provengono da altri organismi del mondo vegetale e animale. Molte specie di piante e animali danno importanti contributi all’approvvigionamento alimentare umano o come fonte di materiale genetico.

Farmaci: gli organismi viventi forniscono molti farmaci utili. Alcune piante indigene hanno proprietà che inibiscono la crescita delle cellule cancerose e sono molto efficaci nel trattamento di certe forme di cancro e di leucemia. Per questo motivo l’industria farmaceutica sta finanziando sempre di più la ricerca su esemplari di piante, insetti e microrganismi.

Benefici ecologici: la vita della specie umana è legata ai servizi ecologici forniti da altre specie. La formazione del suolo, lo smaltimento dei rifiuti, la depurazione dell’aria e dell’acqua, il riciclo dei nutrienti, l’assorbimento dell’energia solare e la gestione dei cicli biogeochimici dipendono dalla biodiversità della vita. Per esempio, alcune specie selvatiche forniscono un servizio utile nella soppressione di specie nocive e patogene.

Benefici estetici e culturali: la diversità delle forme di vita procura molti benefici estetici e culturali e la diversità culturale è legata in modo inestricabile alla biodiversità. La caccia, la pesca, il campeggio, l’escursionismo, l’osservazione della flora e della fauna selvatica e, più in generale, il contatto con la natura apportano notevoli benefici alla specie umana.    

Minacce per la biodiversità. Le cause naturali di distruzione della flora e della fauna selvatica comprendono la sostituzione evolutiva e l’estinzione di massa. Le minacce antropiche comprendono l’eccessiva raccolta di piante e animali (caccia e pesca) per ricavarne cibi e prodotti commerciali. I più grandi danni che la specie umana può arrecare alla biodiversità comprendono la distruzione dell’habitat, l’introduzione di specie e patogeni alloctoni (esotici), l’inquinamento dell’ambiente e l’assimilazione genetica. I cambiamenti apportati dall’uomo possono anche alterare i servizi ecologici essenziali da cui dipende la vita umana.

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