lunedì 28 febbraio 2011

La cosa più commovente...

Non mi commuovo facilmente. E' difficile che mi metta a piangere ormai, anche se vedo gente che soffre, animali che muoiono ecc... Ma c'è una cosa che mi rattrista più delle altre, a volte mi diventano gli occhi lucidi quando vedo queste cose...
Che cosa rappresenta uno scempio simile?
Dimostra la massima violenza e insensibilità che l'uomo ha mai potuto raggiungere.
Una distesa di cadaveri. La vera strage degli innocenti. Immobili, impotenti, indifesi. Sono gli alberi che soccombono sotto la nostra ignoranza, soppressi dal nostro disprezzo per la vita.
Ritengo scontato parlare dei danni che si provocano nel creare un disastro simile...
Noi siamo fatti di ciò che distruggiamo in questo caso. Disboscando abbattiamo la vita di tutti noi. Insultiamo l'elemento essenziale per la nostra esistenza (O2).
C'è solo questo desiderio che, nascostro, motiverbbe l'attuazione di una follia simile:
Vogliamo che il mondo rimanga così

dopo il passaggio dell'uomo. Vogliamo lasciare il deserto ai nostri figli.
Pensiamo che la Natura si possa tagliare a nostro piacimento
Che ci possiamo permettere di sezionarla come una ranocchia in laboratorio di anatomia
Che possiamo essere noi a prediligere le specie che ci fanno più comodo
Che il resto non conta, contano i soldi e chi ci intralcia va eliminato
Ma solo grazie a chi studia gli effetti e le coseguenze di ciò che i più "sprovveduti" fanno,
si individuano le zone particolarmente interessate dalla deforestazione,

si provano a fare statistiche, previsioni, 
si considerano potenziali (ormai non più) effetti a lungo e breve termine,
si evidenziano i benefici che un bosco può dare,

si nota che l'uomo mette in pericolo anche se stesso,

si prendono buone iniziative, che diventano tradizioni nel tempo ed i risultati si vedono

es: (nel punto in cui si scorge il paesaggio c'è un cartello con su scritto) "...vediamo al di là dal torrente la selva Chambons, la più bella delle Alpi Cozie, vasta, fittissima e bruna, come una moltitudine innumerata di giganti, affollati sui colli e pei fianchi delle montagne, che aspettino un comando misterioso per scendere, inondare la valle e irrompere nel Piemonte"
"Alle porte d'Italia"                                                                                    Edmondo De Amicis

L'antico lariceto La Serva di Buoreinaut che si estende alle spalle dell'abitato di Chambons era nei secoli passati un bosco puro di conifere della varietà Larix decidua dall'enorme pregio forestale e economico messo a dimora o particolarmente rinfoltito probabilmente a fine '400.
"Il bosco Reynaud è sulla destra del torrente Chisone, sovrasta la borgata di Chambons ed è radicato in una formazione morenica, formata da blocchi immersi in una massa di terreno siliceo-argilloso, mantenuto collegato dalle radici dei larici che in massima lo ricoprono. Senza questa rete di cementazione formata dalle radici oblique, profonde e robuste di questa vecchia foresta, vuoi per la formazione instabile, vuoi pel pendio medio del 60%, tutta la massa morenica verrebbe irremissibilmente disfatta dalle acque meteoriche e dalle nevi e andrebbe a colmare il Chisone sotterrando Chambons" (Ispettore forestale Bargellini, 1899)

Agli albori del '900 la Bandita era un bosco di protezione composto da 10000 larici dalle dimensioni eccezionali. La Bandita di Chambons era un selezionato manto forestale che ha svolto nei secoli un'ottima azione idrogeologica contro frane e - in parte - contro valanghe, un bosco di protezione tutelato nei secoli da una severissima disciplina. La storia della Serva è una storia curiosa di saggezza popolare antica.
Oggi si presenta come un bosco di larice in consociazione con altre varietà (abete rosso, nocciolo e altre betullacee) e un folto sottobosco.

Infine si capisce di quanto gli alberi valgano di più da vivi...

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