martedì 18 gennaio 2011

Autodistruzione premeditata

Non c'è niente da fare, ormai è tutto prestabilito...Questa è la sensazione che molti di noi del mondo occidentale abbiamo quando pensiamo al futuro. Ci sembra normale che prima o poi dovremmo morire tutti per mano di non si sa chi o cosa. I film, i libri e tutto ciò che riguarda la fine del mondo hanno manipolato le menti della gente "civilizzata". Il fine è la morte. Svegliamoci dal torpore autolesivo e rivolgiamoci alle culture che hanno come fine la vita, ma soprattutto la vita delle generazioni future. Infatti la continuità della specie è ciò che hanno a cuore tutti gli esseri viventi a parte l'essere umano "civilizzato". Chi crede nella fine del mondo esternallizza in realtà un'insoddisfazione interiore e la volontà che la morte metta fine alla propria sofferenza in una vita inutile e vuota. Si, proprio inutile per la natura che ci circonda e per l'incapacità di tramandare valori giovevoli al proseguo della nostra specie Homo ("sapiens"?). L'uomo non deve fondare la società sulla tecnologia e sul cemento...ma sulla socializzazione, lo scambio sia di beni che culturale e sul rispetto dei viventi naturali. Altrimenti continueremo a sentirci profondamente inutili e vuoti dentro, questo lo tramanderemo poi ai nostri figli che seguiteranno a tendere all'auto-suicidio indiretto perchè troppo deboli e/o ignoranti.

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