L'uomo si vanta di essere l'unica creatura con la capacità di pensare. Pretende di conoscere se stesso e il mondo naturale, e crede di poter usare la natura a proprio piacimento. È anche convito che intelligenza sia sinonimo di forza e che qualsiasi cosa lui desideri sia alla sua portata...L'umanità, evolvendosi, compiendo progressi nella scienza e ampliando smisuratamente la sua cultura materialistica, si è via via allontanata dalla natura ed è finita per costruirsi una civiltà propria, come un bambino capriccioso che si ribella alla madre. Tuttavia queste frenetiche attività, queste città gigantesche, hanno portato l'uomo verso gioie vuote e disumanizzate, verso la distruzione del proprio ambiente, mediante lo sfruttamento indiscriminato della natura. La dura punizione per esserci allontanati dalla natura ed averla depredata dalle sue ricchezze, si è manifestataa con l'impoverimento delle risorse naturali ed alimentari, gettando un'ombra oscura sul futuro del genere umano. Dopo aver aperto gli occhi sulla gravità della situazione, l'uomo ha finalmente cominciato a considerare il da farsi, ma, a meno che non sia disposto ad un serio esame di coscienza, non potrà fare a meno di seguitare sulla via della totale rovina.
Estraniatasi dalla natura, l'esistenza umana diventa vana, la sorgente vitale e la crescita spirituale si inaridiscono. L'uomo si ammala e si indebolisce sempre di più a causa della sua strana civiltà che altro non è se non una inutile lotta per un frammento di tempo e di spazio.
Da "LA FATTORIA BIOLOGICA - agricoltura secondo natura" - 1976 di Masanobu Fukuoka.
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